BLACK HAWK DOWN – La guerra di Ridley Scott

Black Hawk Down Film di Ridely Scott

Nella sezione Visti e Rivisti, proponiamo Black Hawk Down, il film di Ridley Scott basato sui fatti realmente accaduti in Somalia nel 1992, che ha come protagonisti i rangers dell’esercito USA, i membri di una squadra della Delta Force ed ovviamente gli equipaggi dei Black Hawk, gli elicotteri da trasporto truppe.

La missione militare USA, raccontata nella pellicola cinematografica, consisteva nella cattura di Aidid, uno dei più potenti signori della guerra locali, causa di indicibile sofferenze per il popolo somalo piegato dalla guerra civile e dalla conseguente carestia di proporzioni bibliche.

Black Hawk Down Poster

In Black Hawk Down si racconta la storia di come l’esercito USA abbia operato, non senza errori di valutazione della situazione, delle forze in campo e del terreno su cui si sarebbero mosse, un’azione volta alla cattura di importanti esponenti delle forze di Aidid, con lo scopo da un lato di compromettere le sue capacità militari, dall’altro di farlo uscire allo scoperto per poterlo catturare.

Ne deriverà una serie di eventi che vedrà l’abbattimento di due Black Hawk, operato da parte delle milizie di Aidid, che precipiteranno nel quartiere controllato dalle forze della guerriglia somala, ostili agli americani ed alle forze ONU.

Questi eventi creeranno in pochi istanti i presupposti per trasformare un’azione di cattura ed estrazione, pianificata per durare al massimo trenta minuti, in un inferno per le forze americane impegnate nella sua realizzazione, un combattimento che durerà diverse ore e che vedrà la morte di diversi soldati USA. Questi si troveranno asserragliati all’interno di un quartiere di Mogadiscio, circondati da centinaia di combattenti della milizia di Aidid e da quella parte di popolazione della città che vorrebbe cacciare gli americani ed il resto delle forze di interposizione di pace dalla città e dall’intera Somalia.

Gli americani cercheranno di creare un perimetro di difesa, in attesa dei rinforzi che li riporteranno alla base, truppe amiche che sembrano incapaci di operare un accesso in forze all’interno dell’area di Mogadiscio sotto il controllo dei miliziani al fine di liberare i compagni in trappola.

Il film di Ridley Scott, basato sul saggio storico di Mark Bowden: Black Hawk Down: A story of Modern War e premiato nel 2002 con due Oscar per il miglior sonoro e miglior montaggio, quest’ultimo operato dall’italiano Pietro Scalia, è una pellicola del genere bellico che tratta la storia di una guerra, quella Somala, che non è mai finita (è tutt’ora in atto) e che dal suo inizio ha assunto forme differenti.

Il cast vede tra gli altri Josh Hartnett, Eric Bana, Evan McGregor, Tom Sizemore, Sam Shepard, Orlando Bloom, Tom Hardy.

Particolarmente convincenti le interpretazioni di Josh Hartnett, Eric Bana e Evan McGregor che, insieme a Tom Sizemore e Sam Shepard, riescono a dare grande forza al racconto ed alle scene di azione, girate in modo da trasmettere tutto il caos dei combattimenti.

Guarda il trailer di Black Hawk Down

Ma se il libro ed il film ad esso ispirato si rifanno ad eventi lontani nel tempo, le notizie che giungono da un’altra area calda del nostro pianeta proprio in ultimi mesi non può non portarci a fare una riflessione ed a parlare di quanto sta accadendo proprio ora in Afghanistan. Questo paese, in guerra dalla fine degli anni 70 non trova pace, proprio come accade ancora oggi in Somalia ed in altri paesi dell’Africa, del medio oriente e non solo.

L’opera di pacificazione e di costruzione di uno stato afgano democratico, iniziata 20 anni fa, dopo l’attacco all’America dell’11 settembre 2001, ha cessato la sua funzione ed ha innescato il ritiro definitivo della missione militare, ed ha lasciato un paese non ancora pronto ad affrontare il ritorno armato dei Talebani. Con un’azione fulminea gli Studenti del Corano hanno riconquistato in poche settimane l’intero paese, complice la disgregazione dell’esercito regolare afgano ed ha determinato la caduta del governo, annullando di fatto 20 anni di sforzi della comunità internazionale.

Il caos si è abbattuto sull’Afghanistan, facendo assumere alla storia a cui assistiamo in questi giorni connotazioni differenti rispetto a quanto accaduto in Somalia del 1992. 

In Afghanistan, nello scenario di un paese in perenne stato di guerra, una volta completata la missione principale, che consisteva nell’eliminazione di Al Qaeda, non si è proceduto a rendere inoffensive le forze talebane. L’intervento degli Stati Uniti e la conseguente occupazione del territorio afgano hanno determinato l’abbandono da parte dei Talebani del governo dell’Afghanistan ed il loro ritiro in una regione di confine con il Pakistan.

I talebani non hanno mai abbandonato i propri piani volti a creare uno stato islamico, che segua in modo rigido la legge della sharia. Di fatto il loro ritorno al potere con l’occupazione di Kabul avvenuta il 15 agosto 2021, rischia di riportare indietro di secoli una società che aveva avviato un processo di sviluppo e di emancipazione, coinvolgendo come parte attiva di questo cambiamento le donne, da sempre tenute ai margini e discriminate.

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